Come funziona la mascherina antivirus nel concreto

come funziona la mascherina

Spiegazioni sul funzionamento delle mascherine antivirus: ecco come bloccano gli agenti patogeni

Dopo mesi e mesi di utilizzo delle mascherine antivirus, sia constatando che il fenomeno dei contagi non si è ancora arrestato sia per tanti altri motivi, è probabile che ti sia venuta la curiosità di capire più nel dettaglio come funzionano questi strumenti.

Che cosa sappiamo sulle maschere facciali?

Proteggono tutte allo stesso modo?

Non proprio.

Ecco come funziona la mascherina e i principali chiarimenti a riguardo.

come protegge la mascherina chirurgica

Mascherine antivirus: come funzionano?

Durante i primi mesi del 2020, quando ci si è resi conto che si stava diffondendo il virus Sars-Cov-2, per uscire di casa con naso e bocca protetti ed evitare di essere contagiati, si è utilizzato un po’ di tutto: sciarpe, mascherine fai da te realizzate con la carta forno e tante altre soluzioni strampalate.

Da quel momento, non c’è voluto tanto tempo per capire che tutte queste misure di protezione erano inutili e che l‘unica soluzione per proteggersi realmente dai contagi era indossare le mascherine certificate.

Ma cos’hanno in più questi strumenti?

Come funzionano?

Per capire come funziona una mascherina antivirus occorre partire dalla sua struttura.

Le maschere usa e getta, sia che si tratti delle chirurgiche sia dei facciali filtranti, sono realizzate con più strati di TNT dotati di fibre particolarmente fitte e in grado di arginare il passaggio di agenti patogeni molti piccoli, tra i quali anche le microscopiche particelle virali del Coronavirus.

Le mascherine funzionano da vere e proprie barriere, filtrando gli agenti patogeni sia meccanicamente sia grazie a un effetto elettrostatico.

A seconda del modello di mascherina che si ha sotto mano, però, il livello di protezione cambia.

Scopriamo come.

Leggi anche: Le mascherine FFP2 si possono lavare in lavatrice o è meglio a mano?

Come funziona la mascherina chirurgica?

Le mascherine chirurgiche, come lascia intuire il nome stesso, sono nate per essere utilizzate in ambito medico. 

Il loro scopo è quello di bloccare i droplets in uscita, emessi dalle persone che le indossano, per proteggere chi gli sta attorno.

Più precisamente, le chirurgiche bloccano il 95% di agenti patogeni in uscita e solo il 20% di microorganismi in entrata (per via della loro scarsa aderenza al viso).

Per proteggersi dai contagi da Covid-19, quindi, le mascherine chirurgiche possono essere considerate utili solo se indossate da tutti i presenti in un ambiente: se ci dovesse essere anche una sola persona sprovvista di una protezione adeguata, tutti gli altri potrebbero essere ipoteticamente contagiati.

come proteggono i facciali filtranti

Come funzionano i facciali filtranti?

Tra le mascherine usa e getta, oltre alle chirurgiche, i modelli di protezioni più diffusi sono le mascherine FFP2, le FFP3 e le equivalenti mascherine KN95.

Queste mascherine protettive, chiamate anche Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), oltre che gli altri, sono in grado di proteggere anche chi le indossa: un vantaggio enorme visto il periodo storico che stiamo attraversando.

Più precisamente, le mascherine FFP2 e le KN95 filtrano circa il 95% di virus e batteri in entrata e in uscita; le mascherine FFP3, invece, filtrano fino al 98% di agenti patogeni in entrambe le direzioni.

Perché a differenza delle mascherine chirurgiche le DPI hanno un maggior potere filtrante?

Innanzitutto ciò che cambia è la conformazione.

I facciali filtranti sono realizzati con una forma ergonomica che aderisce perfettamente alle linee del viso e che consente di evitare la fuoriuscita e l’entrata di aria non filtrata. 

Le chirurgiche, invece, sono realizzate con una forma a ‘soffietto’, quindi non aderiscono al volto come le precedenti.

Oltre alla forma, cambia anche la struttura. 

Le mascherine chirurgiche sono composte da due o tre strati di TNT.

Le mascherine DPI, invece, sono realizzate con tre o quattro strati di TNT dotato di caratteristiche differenti. 

I tessuti utilizzati per le FFP3 sono più fitti, pertanto riescono a setacciare tutti gli agenti patogeni meccanicamente.

Le mascherine FFP2, invece, sono costituite da strati di TNT leggermente meno fitti, quindi in parte filtrano meccanicamente e in parte grazie all’effetto elettrostatico, che trattiene anche i microrganismi più piccoli.

Quelle di cui abbiamo appena parlato sono le classiche mascherine DPI, ma esistono anche quelle dotate di valvola

La valvola ha lo scopo di facilitare la respirazione di chi indossa le mascherine e di permettere alla condensa di fuoriuscire.

Assieme al vapore del respiro, però, questo elemento fa sì che anche eventuali agenti patogeni abbiano via libera per passare oltre la superficie della mascherina. Questo significa che le mascherine DPI con valvola, grazie alla loro barriera, proteggono chi le indossa ma non chi gli sta attorno.

Per quanto riguarda la protezione dal Coronavirus, quindi, i facciali filtranti sono degli strumenti eccezionali, che garantiscono un alto grado di protezione anche nei contesti più pericolosi come quelli degli ospedali.

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Per concludere

Come abbiamo visto, le mascherine antivirus sono delle vere e proprie barriere che ostacolano il passaggio di droplets e agenti patogeni di varie dimensioni.

Nelle righe precedenti abbiamo parlato delle mascherine usa e getta, ma anche alcune tipologie di mascherine in tessuto, se rispettano determinati requisiti, sono molto efficaci per prevenire i contagi da Coronavirus.

Naturalmente, anche in questo caso, il loro potere deriva dal tipo di tessuto con il quale sono realizzate e dalla loro forma.

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