Mascherine per inquinamento urbano: limiti e opportunità di questi modelli

mascherine per inquinamento

L’inquinamento urbano causato dalle polveri sottili è uno dei problemi principali delle nostre città, un nemico terribile per l’ambiente e per la nostra salute.

Per limitare la concentrazione di PM10 e altre particelle nocive nell’aria, i governi attuano periodicamente provvedimenti come il blocco del traffico o la circolazione delle auto a targhe alterne.

A rendere critica la situazione c’è anche il clima: venti e piogge contribuirebbero a ripulire l’aria ma, purtroppo, sono sempre meno frequenti.

Per proteggersi dai danni causati dal particolato e dagli altri elementi pericolosi per la salute e presenti nell’aria, sempre più persone indossano mascherine per l’inquinamento, nella speranza di limitare il passaggio di queste sostanze nelle vie aeree.

Non tutte le mascherine antismog, però, sono efficaci nel contrastare gli agenti inquinanti. Scopriamo quindi quali sono i modelli migliori da acquistare e come usarli correttamente.

Mascherine per inquinamento: guida alla scelta

Secondo dati recenti diffusi dal Ministero della Salute, ogni anno, nel nostro paese, perdono la vita più di 30.000 persone a causa dei danni dell’inquinamento atmosferico sulla salute.

Inoltre, sembra che gli agenti inquinanti possano ridurre significativamente la durata della vita delle persone. Se non si oltrepassassero i limiti imposti dalla legge riguardo la concentrazione di queste sostanze nell’aria, ogni anno potremmo salvare fino più di 10.000 individui.

Il pericolo principale sono le polveri sottili e l’ozono. Questi penetrano nelle nostre vie aeree con il respiro e giungono fino ai polmoni. Qui tendono ad accumularsi causando, nel lungo periodo, danni notevoli.

Più le particelle sono sottili, più riescono a penetrare. Un’alta concentrazione di tali sostanze nei polmoni è causa di malattie respiratorie per individui di qualsiasi età: parliamo di tosse, bronchiti acute, infezioni e non solo. Altri danni, infatti, sono purtroppo ben noti: si parla di tumori e malattie dei sistemi cardiovascolare e circolatorio, che colpiscono con maggiore frequenza nelle aree urbane dove lo smog raggiunge livelli più alti.

quali sono le mascherine per inquinamento urbano

Come se non bastasse, l’esposizione all’inquinamento atmosferico da parte di chi già soffre di disturbi respiratori non fa che peggiorare la salute di questi individui. Il risultato è l’aumento dei ricoveri e degli interventi urgenti in ospedale, causati dalla ridotta capacità polmonare già compromessa.

Le mascherine antismog possono proteggerci e aiutare a contrastare l’insorgere di queste gravi patologie. Vediamo quali sono i modelli più efficaci e come sceglierli.

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Migliori mascherine antismog 

Le mascherine per inquinamento servono a filtrare particolati e altre sostanze dannose presenti nell’aria per evitare che questi passino nelle vie aeree. Rappresentano, quindi, un’ottima protezione per pedoni, ciclisti, motociclisti e chiunque debba trascorrere molto tempo nel traffico cittadino. 

Queste mascherine si differenziano in base al tipo e alla dimensione delle particelle che riescono a bloccare. In particolare, distinguiamo tre modelli: ffp1, ffp2 e ffp3.

Le prime hanno una capacità filtrante che blocca fino al 78% delle particelle, le seconde fino al 92% e le terze fino al 98%.

In base alle modalità di esposizione, le mascherine ffp2 e le mascherine ffp3 possono essere utilizzate anche da chi lavora per tante ore sotto la minaccia dello smog, come ad esempio le forze dell’ordine e gli operatori del traffico e della sosta.

Tutte queste maschere si caratterizzano per la presenza di valvole che permettono di filtrare l’aria che respiriamo. 

Quando si scelgono le mascherine per inquinamento, bisogna essere certi di acquistare prodotti certificati secondo la norma EN 149. Le cosiddette mascherine igieniche o quelle semirigide in carta non sono conformi alla norma e non assicurano alcuna protezione contro le polveri sottili.

Oltre a saper distinguere i diversi modelli in commercio bisogna anche assicurarsi di aver indossato la propria mascherina nel modo giusto: se questa non aderisce perfettamente al viso e se lascia delle fessure e spazi aperti, potrebbe non funzionare correttamente.

Infine, quando si utilizza una maschera, occorre sempre seguire le indicazioni del produttore ed evitare di riutilizzare lo stesso prodotto più volte. Con il tempo, infatti, la capacità filtrante si riduce e il dispositivo perde la sua efficacia. 

Mascherine in carta: perché non funzionano contro l’inquinamento

Come abbiamo anticipato, le mascherine in carta semirigide non sono affatto indicate per proteggersi contro i particolati di dimensioni più sottili (ad esempio il PM10). Oltretutto, forniscono una protezione davvero minima contro le particelle di diametro superiore.

Allo stesso modo, vanno evitate anche le mascherine chirurgiche usate in ambito sanitario: queste servono a evitare di disperdere goccioline di saliva e altri materiali organici, quindi a proteggere non tanto chi le indossa quanto le altre persone. 

mascherine per inquinamento urbano inadatte

In ogni caso, le mascherine chirurgiche non sono sufficienti a fornire protezione contro l’inquinamento. Per contrastare le polveri più sottili vanno indossati dispositivi più avanzati come quelli descritti nel paragrafo precedente. Bisogna ricordarsi, però, che non basta che naso e bocca siano coperti: per funzionare, infatti, la mascherina deve essere totalmente a contatto con la pelle. 

Infine, prima di effettuare un qualsiasi acquisto, consigliamo di valutare l’utilizzo personale che si farà del dispositivo, in modo da scegliere il modello più adatto alle proprie esigenze.

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