Mascherine protettive: 3 criteri (imprescindibili) da ricercare se le usi per ragioni sanitarie.

Mascherine protettive

Lavori nel settore sanitario? Ecco come scegliere le mascherine protettive per naso e bocca in 3 semplici punti.

Nonostante oggi l’obbligo di indossare le mascherine protettive per naso e bocca riguardi tutti, nel settore sanitario i rischi di contagio da coronavirus sono molto più elevati.

Durante gli impegni della vita di tutti i giorni possono bastare le mascherine di comunità o le chirurgiche, ma quando i rischi aumentano è meglio mettersi al sicuro con dei dispositivi di protezione molto più potenti.

In questo articolo puoi trovare 3 consigli che ti consentiranno di scegliere col giusto criterio le tue prossime mascherine protettive da utilizzare nel settore sanitario, così da poter indossare delle protezioni certe e molto elevate.

Ecco che cosa dovresti sapere.

Mascherine protettive per il settore sanitario

1. Settore sanitario: SI alle mascherine DPI, NO a quelle in tessuto.

All’inizio dell’emergenza sanitaria, prima di conoscere meglio la pericolosità del contagio da coronavirus, anche per quanto riguarda il personale del settore sanitario, le mascherine chirurgiche erano considerate uno strumento protettivo sufficiente per proteggersi durante le attività assistenziali sui pazienti.

In seguito a numerosi contagi all’interno delle strutture sanitarie però, le cose sono cambiate, e ora è stato stabilito che per precauzione sia i medici che gli operatori sanitari dovranno utilizzare le mascherine DPI della categoria FFP2, FFP3 e KN95 durante qualsiasi attività a contatto con pazienti potenzialmente positivi al Covid-19.

Infatti la contagiosità del virus si è dimostrata elevatissima: basti pensare che le particelle del Covid-19 hanno una dimensione che va dai 100 ai 150 nanometri di diametro e possono essere veicolate tramite droplets, sia mentre si parla che mentre si respira.

Dunque indossando una protezione di bassa efficacia filtrante è davvero facile entrare a contatto con le particelle del virus.

Per scongiurare questi pericoli è meglio evitare le mascherine antibatteriche in tessuto e le chirurgiche (più indicate per l’utilizzo durante la quotidianità), e optare sull’utilizzo delle mascherine DPI che invece possono garantire la giusta protezione anche nei contesti più rischiosi.

Leggi anche: Mascherine polvere: come scegliere la mascherina giusta per le polveri sottili.

2. Facciali filtranti per il settore medico-sanitario: meglio evitare la valvola.

Chiarito che nel settore medico-ospedaliero è meglio preferire l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, è importante specificare anche quali tipologie scegliere.

Infatti i DPI, che comprendono le tre categorie di mascherine il cui nome è caratterizzato dalla sigla FFP (filtering face piece), sono tre e a loro volta possono essere dotate o meno di una valvola.

Per quanto riguarda la categoria dei facciali filtranti FFP1 è meglio escluderli dall’utilizzo nel settore sanitario, in quanto dal punto di vista della filtrazione verso virus e batteri non possono garantire la stessa sicurezza che offrono le mascherine FFP2 ed FFP3.

Ma ora entriamo nel dettaglio e cerchiamo di capire le differenze tra i facciali filtranti con valvola e senza valvola.

Le mascherine antivirus senza valvola.

Sono le classiche protezioni DPI realizzate con più strati di tessuto non tessuto, e che hanno lo stesso potere filtrante sia per quanto riguarda l’aria in entrata che quella in uscita.

Nello specifico:
  • Le mascherine FFP2:
    Filtrano dal 92% al 95% degli agenti patogeni presenti nell’aria, sia grazie all’effetto setaccio che al potere elettrostatico che esercitano le fibre degli strati che le compongono;
  • Le mascherine FFP3:
    Filtrano il 98% di virus e batteri presenti nell’aria che viene espirata e respirata.

Le mascherine antivirus con valvola.

Le mascherine DPI con valvola, in aggiunta ai classici facciali filtranti hanno appunto una valvola, che è stata studiata per far fuoriuscire l’aria espirata e l’umidità generata dal respiro con più facilità, quando si utilizza la mascherina per tanto tempo di seguito.

Questa caratteristica quindi, fa sì che queste tipologie di mascherine antiallergiche mantengano inalterato il loro potere di filtrazione dall’esterno verso l’interno, mentre per quanto riguarda l’aria espirata, il potere filtrante diminuisce notevolmente.

In particolare la filtrazione avviene in questo modo:

  • Mascherine FFP2 con valvola:
    hanno un capacità di filtrazione dell’aria in entrata del 92 – 95%, mentre per quanto riguarda l’aria in uscita filtrano non più del 20%.
  • Mascherine FFP3 con valvola:
    Hanno una capacità di filtrazione dell’aria in entrata pari al 98%, e del 20% sull’aria in uscita.

Dunque le mascherine per il coronavirus con valvola proteggono solo chi le indossa, ma non chi gli sta attorno, perché assieme all’aria espirata e all’umidità, consentono di fuoriuscire anche ad eventuali agenti patogeni.

Per quanto riguarda l’utilizzo delle mascherine protettive in ambito sanitario quindi possiamo dire che specialmente in questo periodo, che sta avendo come protagonista la pandemia del coronavirus, è meglio preferire quelle senza valvola, che garantiscono la protezione ottimale sia per chi le indossa, sia per chi si trova nell’ambiente circostante.

Scegliere le mascherine protettive

3. Mascherine protettive: utilizza esclusivamente quelle certificate.

Per scegliere la mascherina antivirus ideale per proteggerti nei contesti medico-ospedalieri, un’altra caratteristica imprescindibile che devono assolutamente avere le mascherine che sceglierai di indossare è la certificazione.

Infatti le mascherine certificate sono le uniche che possono garantire una protezione certa.

Le indicazioni che dimostrano che la mascherina antiallergica ha superato i test di laboratorio previsti dalle norme vigenti devono essere indicati sulla mascherina o sulla confezione in questo modo:

  • devono essere dotate di marcatura CE;
  • devono avere il nome o il numero dell’organismo competente che ha testato i dispositivi di protezione;
  • dev’essere indicato il nome della categoria di filtrazione;
  • avranno la sigla NR se sono monouso e R se sono riutilizzabili;
  • se hanno superato la prova di intasamento, sulla sigla verrà riportata anche la lettera D.

Se una mascherina antibatterica è dotata di tutte le certificazioni previste, può essere considerata sicura e idonea all’utilizzo nei contesti ad alto rischio del settore medico sanitario.

In caso contrario è meglio evitarle in ogni contesto, perché si tratta di strumenti dalla dubbia efficacia, che potrebbero mettere in serio pericolo sia chi le indossa, sia chi gli sta attorno.

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Mascherine protettive in ambito sanitario: in conclusione.

Come hai potuto leggere in questi tre paragrafi, è importantissimo scegliere gli strumenti giusti per proteggersi in modo adeguato nel settore della sanità.

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